sabato 7 luglio 2012

Hands



Hands



Mani.
Adesso che ci pensa, sembra ovvio.
Sono sempre state loro, è sempre stato a causa loro, del modo in cui lei le muoveva.
Si era spesso chiesto, tempo prima, cosa amasse di lei; perché ne fosse così dipendente.
Soltanto ora, si rende conto di aver sempre avuto la risposta avanti, di aver sempre saputo.
Erano le sue mani.

Sottili,  candide, calde, forti nella loro debolezza; proprio come lei.
Amava stringerle, amava la sensazione che provava ogni qualvolta le toccava.
Quel calore, quella gioia, come se solo unite le loro mani riuscissero a completarsi.
Come se si fossero cercate per così tanto tempo...e sembrava semplicemente giusto.
Il vecchio uomo folle e la ex commessa bionda.Ed erano felici, a modo loro, quando le loro dita si sfioravano, accarezzavano, rassicuravano.
Mani che s’intrecciavano, mani che si cercavano, mani che s’incontravano e si stringevano, mani calde e dolci.
Erano mani coraggiose, le sue.Mani che guarivano il dolore, che tremavano di amore.
Era solo giusto, il modo in cui le loro si stringevano e si appartenevano.
Ormai conoscevano a memoria ogni segno, ogni callo, ogni graffio.
Avevano affrontato cose terribili insieme, eppure, ogni volta, per quanto difficile fosse, bastava che le loro dita s'intrecciassero, e già tutto sembrava meno buio.
Allora, a lui veniva in mente chissà quale soluzione brillante e lei sorrideva, ancora con le mani strette. E poi, a quel punto, si sa, si correva insieme.
E' per questo che adesso si sente così vuoto. E' per questo che si sente inutile.

-Dottore??!!- Le grida di Amy lo riscuotono dai suo ragionamenti. Lei è vicina, ma la sua voce sembra ovattata, distante.
Irrompe nella sala della consolle ancora urlando parole a lui comprensibili solo a tratti, finché gli si ferma di fronte.
-Tutto okay?- Chiede, preoccupata.
Per un singolo ed egoistico istante, il Dottore è tentato di rispondere che no, non è tutto okay. Che non è okay per niente.Che sta male.Che questa non è più la dimensione giusta, senza di lei. Che il TARDIS non è più casa da quando se n'è andata.
Poi il momento passa, e il Dottore si riscuote. E, suo malgrado, torna alla realtà. [Che è più dura, se lei non c'è]
-Certo, Pond.- Dice,- Io sto sempre bene- Poi sorride in modo convincente.
Amy annuisce e riprende a parlare a raffica, il Dottore, con dispiacere, si ritrova a pensare che lei se ne sarebbe accorta.
-Dottore?! Ma mi stai ascoltando?- sbuffa poco dopo Amy.
-Si, Pond- Risponde e stavolta cerca di concentrarsi sul serio su quello che dice- Andiamo!-

Si avvia verso il corridoio del TARDIS senza sapere neanche cosa deve fare e qual è il problema di cui si lamenta Amelia stavolta.
La ragazza lo segue, sicura come sempre che lui troverà un'altra geniale soluzione; perché è il Dottore, l'uomo con le risposte!
Lui sospira, si aggiusta il farfallino e, guardandole, si rende conto che le sue mani, adesso che lei non c'è, sono vuote e fredde.
Non ci sarà nessuno a stringerle e completarle, stavolta.
Così, con una strana tristezza, il Dottore infila le sue inutili mani nelle tasche, non trovando un'alternativa migliore.
E comincia a riflettere su una brillante soluzione. [Che non potrà essere poi così brillante, ora che non ci sono lei e le sue calde mani intrecciate alle sue]

( 09/10/2011 )

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