martedì 1 maggio 2012

Harete imasu


Scritta nello stesso periodo della prima, ancora una volta senza correzioni né riletture. Roba vecchia di anni e anni, ma a questa sono particolarmente affezionata, è stata lei a farmi venire in mente il mio nickname.
Ed in effetti "Harete imasu" significa "Il cielo si rischiara."

   Harete imasu


Sfiora delicatamente con le dita la cornicie dorata,quasi per paura di romperla.
Percorre con i polpastrelli i fiori intagliati in legno e i decori fino ad arrivare a sfiorare i visi delle persone ritratte in quella foto.
Quante cose erano cambiate da allora? Fin troppe.
 Ricorda ancora il giorno in cui la scattarono ,allora,pensa, erano solo dei ragazzini.
Ed eccoli lì,proprio come li ricordava.All'estremità sinistra Havoc con una sigaretta in bocca e il solito sguardo scocciato,a fianco a lui c'è l'imponente maggiore Armstrong che,senza giubba sfoggiava il suo "fisico spettacolare" si,forse lui è l'unico che non è cambiato.
Vicino,verso il centro c'è l'allora tenente colonnello Huges con un sorrisetto fiero e le tasche piene di foto della sua bambina,all'estremità destra c'è Fury naturalmente con un oggetto non identificato da aggiustare in mano e il suo sorrisetto impacciato,da ragazzino.
Dopo Fury c'è Falman con una enciclopedia in mano e lo sguardo saccente,Breda con in una mano un panino e nell'altra una scacchiera,il solito. 
E poi,al centro esatto c'è lui,lui per il quale avrebbe dato la vita,lui che avrebbe fatto altrettanto per lei,il colonnello.
E' lì con il suo sorriso affascinante stampato in faccia e,al suo fianco c'è lei,la sua ombra.
Naturalmente un occhio attento noterebbe solo questo.Guardando questa foto nessuno saprebbe del fatto che tutti i protagonisti si sarebbero scrificati per un obbiettivo,per rendere il Mondo migliore, nè  noterebbe lo sguardo che,proprio mentre era stata scattata la foto si erano rivolti loro due.
Sente un calcio provenire dal suo vetre e lo accarezza,intenerita.
-Tesoro! Sbrigati,dobbiamo andare!-
Sorride ancora,sono cambiate davvero tantissime cose.
-Arrivo Roy!-urla.
Sfiora di nuovo la foto,poi si alza e si dirige verso la porta,chiudendosela alle spalle.
                             
(19/09/2010)

Ricordi

Questa è stata la mia prima ff in assoluto...ma quanti anni avevo? xD
In ogni caso ho deciso di riportarla così com'era, senza cambiare nulla, dato che mi ci sono affezionata.
Dio, come amavo Kakashi! La trovate Qui :)




                              






       Ricordi


Cosa c'è di peggio dei ricordi?


Piove oggi. Il temporale ha squarciato il cielo tetro. Gli alberi oscillano,il vento ulula e tutti gli abitanti si sono riparati nelle loro case; tutti eccetto uno.
C'è un uomo sui trent'anni immobile sotto la pioggia. E' lì da ore ed è completamente bagnato, ma non se ne cura.Fissa la lapide marmorea senza pronunciare una parola,probabilmente perso nei ricordi.
Sta fissando un nome :Obito Uchiha.Il suo migliore amico.


Cosa c'è di peggio dei ricordi quando ci si sente colpevoli?


Ha le mani in tasca,le spalle curvate in avanti, le labbra strette sotto la maschera,lo sguardo basso e ricorda.
Ricorda la colpa.
Ricorda il dolore.
Ricorda la malinconia.
Ricorda la nostalgia.
Ricorda quel maledetto giorno.
Potrebbe sottrarsi a tutto questo,ma non lo fa.Rimane semplicemente immobile inespressivo all'esterno e sofferente all'interno.


Cosa c'è di peggio dei ricordi quando sono dolorosi?


Lentamente si porta una mano sull'occhio sinistro,quello nascosto dal coprifronte,quello che non è suo;poi la allunga fino a sfiorare il duro marmo della pietra.
Ancora oggi,a distanza di anni da quando è successo,non riesce ad accettare che Obito Uchiha, il ragazzino sempre attivo e vivace sia ora quella fredda pietra marmorea,che non lo rispecchia affatto.
La pioggia gli riga il volto all'apparenza inespressivo,ma è sicuro che sia la pioggia?


Cosa c'è di peggio dei ricordi in un giorno piovoso?


Obito era sincero.
"Io penso che la zanna bianca sia stato un grande eroe"


Obito era intelligente.
"E' vero che nel mondo dei ninja chi non rispetta le leggi viene considerato spazzatura...però...chi non tiene conto dei propri compagni...è spazzatura della peggior specie."


Obito era Generoso.
"Adesso che mi ci fai pensare..Kakashi, io sono l'unico che quando sei diventato jonin nn ti ha fatto un regalo, ci ho pensato molto, e alla fine ho deciso!
Stai tranquillo non è niente che ti sarà inutile o d'intralcio, ti regalerò questo: il mio sharingan."


Obito è morto.


Cosa c'è di peggio dei ricordi quando ti tormentano?


Ha quasi smesso di piovere;una pioggerella bagna lieve il paesaggio,quasi a volerlo consolare dopo il temporale di prima.Il sole sta tramontando,è sera. Finalmente Kakashi si muove,sfiora la superficie marmorea con la mano sinistra e sussurra "A domani." Gli sembra di sentire "Ciao" in risposta, ma forse...ha davvero preso troppo freddo oggi,pensa avviandosi verso casa.


Cosa c'è di peggio dei ricordi? Niente.


(18/09/2010)

Masochismo


Flash un po' folle scritta di getto :D


Masochismo.
 
 
 
Chissà perché amiamo sempre chi non lo merita, quasi che questo fosse l’unico modo per ristabilire l’equilibrio perduto del mondo.
È la più antica forma di masochismo, quella di amare chi non sa amare, e la più stupida.
 
(Oriana Fallaci)

 
A volte John Hamish Watson pensava di essere un masochista.
Quando tornò a casa stanchissimo, dopo un'intera giornata di lavoro e trovò l'appartamento completamente distrutto, le sedie rovesciate, il tavolo pieno di boccette contenenti chissà che cosa, la cucina bruciata, i fornelli accessi, il frigorifero pieno di qualcosa di sanguinante, e il suo computer fumante, pensò di essere giunto al limite.
Avanzò furioso nel suo appartamento -campo di guerra- , zigzagando tra tutti gli ostacoli, in cerca della causa di quel caos: il suo coinquilino, il catastrofico ed unico consulting detective esistente al mondo.
Mentre saliva le scale si chiese come fosse possibile che ancora non l'avesse mandato al diavolo, lui e la distruzione che si portava appresso. Sapeva perfettamente che, con quell'ultima goccia, il vaso della sua pazienza era definitivamente traboccato. Non ne poteva più di Sherlock Holmes. Lui non lo meritava.
Salì l'ultimo gradino con rabbia, pronto ad urlargli in faccia la sua frustrazione, a cacciarlo, a cacciarsi. A concludere quella maledetta storia, perdio, lui non era un masochista. Non lo era mai stato. 
Dava tutto se stesso per quell'uomo, avrebbe fatto qualsiasi cosa da lui richiesta, eppure era questo ciò che riceveva in cambio: problemi. E Sherlock non si degnava neanche di scusarsi, di fargli capire che qualcosa gli importasse. Sempre glaciale e distaccato, sempre così lontano da lui.
Prese fiato, stava per dare voce alla sua rabbia, varcò la soglia della sua camera agguerrito. Alzò lo sguardo. Lo vide.
La sua figura allampanata si muoveva lentamente di fronte alla finestra, le agili e lunghe dita stringevano il violino, accingendosi a suonare una delicata melodia. La luna gli illuminava gli occhi, facendoli apparire di un colore ancora più innaturale, i capelli arruffati gli andavano sul viso, ma lui non li scostava. Era impassibile e perfetto, bellissimo.
Sherlock sorrise impercettibilmente, qualcosa che soltanto John riusciva a cogliere giaceva nel suo sguardo. 
Qualcosa che, ne era certo, era dedicata esclusivamente a lui.
 E capì. Non sarebbe riuscito mai a liberarsi del suo coinquilino. Improvvisamente, dimenticò la furia, il caos, le sedie, la valigia da riempire, il computer fumante, tutto. Si conficcò una nuova lama nel petto, tacque e si sedette ad ascoltarlo suonare il violino.
A volte John Hamish Watson pensava di essere un masochista ed effettivamente, lo era.
Ma amava Sherlock Holmes, e se lui non sapeva amare, allora glielo avrebbe insegnato.
Avrebbe continuato a farsi del male al suo fianco, eppure, infondo, andava bene così. 
John si era ripromesso di nuovo di fare i bagagli quella mattina, partire e mandare al diavolo il suo coinquilino per sempre. 
Ancora una volta, non lo fece.