sabato 7 luglio 2012

π


   π  
 
 


«π è un numero irrazionale, non può cioè essere scritto come quoziente di due interi[…]. 

Di conseguenza, è impossibile esprimere π usando un numero finito di interi. »


 
Riflettendoci,  Rick Castle era riuscito a giungere ad una sola ed unica conlcusione : la legge del TT.
Kate Beckett, la sua musa, non era altro che un TT.
Un numero unico, diverso dagli altri.  O, almeno, così la vedeva lui.
Sapeva essere coraggiosa, forte, determinata. Eppure, allo stesso tempo, era fragile, indecisa, spaventata.
Se aveva una certezza, era di non averla capita.
Riusciva sempre a stupirlo, questo era certo. Era affascinante. Più di una volta si era domandato come sarebbero stati loro due insieme. Solo per un momento.
Ma nella matematica non c'è fantasia. La matematica è realistica.
E Rick Castle sapeva bene che quella era un'equazione impossibile.
Lui era un numero razionale, ma Kate sconvolgeva tutti i suoi piani. Non poteva esserci un TT in mezzo ad un calcolo razionale.
Ma questo non l'avrebbe fermato dal tentare.
***
Era follemente, completamente, perdutamente, innamorato di Kate Beckett.
E questo era, ormai, un dato di fatto.
Quella donna straordinaria, quel cerchio in un mondo di quadrati, quel numero impossibile.
Non gli aveva detto neanche una parola, quella sera.
Erano andati a casa sua, dopo un caso particolarmente duro, e , senza sapere come o perché, Rick si era ritrovato steso sul divano insieme a lei.
Aveva provato in tutti i modi a farsi notare da Kate, senza successo.
Soltanto quel giorno, gli aveva afferrato la mano e lo aveva guidato attraverso quel calcolo indecifrabile.
E, adesso, si ritrovava a respirare sulle sue labbra, ad accarezzare la sua pelle  e ad essere sfiorato dai suoi improbabili capelli. Ora che ci pensava, di che diavolo di colore erano?
Castani, rossicci, chiari, scuri? Indefinibili. Unici, come lei.
La sola cosa che poteva dire con certezza, era che li adorava, pensò, vedendoli muoversi sulla schiena della detective.
Guardarla dormire stretta al suo fianco era stato, probabilmente, meglio della serata passata insieme.
Sembrava felice, adesso. Senza ripensamenti o dubbi. Avrebbe voluto guardarla per tutta la notte.
Ma il sonno si fece strada in lui e i suoi occhi, lentamente, si chiusero.

 
***
Appena sveglio, la prima cosa che riusciva a percepire era il suo profumo nell'aria.
Aveva allungato la mano, cercando quella di lei e, non trovandola, il primo dubbio era sorto nella sua mente.
Si era girato di scatto e il candore delle lenzuola era stato l'unica cosa a sorprenderlo, confermando l'iniziale timore. Lei non c'era. Lei se n'era andata.
Riusciva quasi ad immaginarsela. Molto probabilmente dopo essersi svegliata, si era resa conto di quello che era successo, si era pentita.
Si era vestita al volo, nel panico, senza sapere se scrivere un biglietto o lasciare che tutto fosse finito nel silenzio.
Confusa, riusciva ad immaginarla uscire di casa chiudendo la porta alle sue spalle. Piena di insicurezze, unica.
Rick sospirò e si rannicchiò su se stesso. Sapeva che sarebbe potuto succedere questo.
Non riuscì a frenare le lacrime, non importava quanto sembrasse stupido.
Per quanto lo riguardava, tutto si era fermato a quel momento. Tutto era nullo di fronte a quell'equazione impossibile.
A quel dannato TT.



«[…] è impossibile esprimere π usando un numero finito di interi, di frazioni e delle loro radici.»

 (14/12/2011 )

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