sabato 14 aprile 2012

Back to Baker Street

Ed ecco a voi, la prima ff di Sherlock bbc che io abbia mai scritto! :D Questo è il link della storia su efp.




Back to Baker Street.





Ed è questione di un attimo.

-Ciao, John.-


Sorpresa.
Rabbia.
Gioia.
Dolore.

Ancora rabbia, ancora gioia, ancora dolore, ancora, ancora, ancora.


Tutto ,d'improvviso, esplode nella testa di John mentre un solo unico pensiero rimbomba nel corpo, nel cuore, ovunque: è tornato.
E resta immobile, imbambolato a fissarlo.
Sorpresa. Appena lo vede, la prima cosa che avverte è una fitta al petto.
"Non è possibile." E pensa che non lo è affatto e che, probabilmente, è impazzito sul serio, una volta per tutte.
Poi ricorda che non si tratta di una persona qualsiasi, ma di Sherlock Holmes. E in questo modo riesce a proteggere la sua sanità mentale. Non è pazzo.
Ma allora...
Rabbia. Nella sua testa, una sola cosa rimbomba: TRE ANNI. E vorrebbe davvero, davvero, alzarsi e dargli un bel pugno dritto sul naso. Fargli male almeno la metà di quanto gli abbia fatto lui. Maledetto bastardo. Come può non avergli detto niente? E vorrebbe davvero ripromettersi di non fidarsi mai più di quello piscopatico. No, sociopatico. Ma sa fin troppo bene che fare una promessa del genere sarebbe come buttare parole al vento.
Dolore. Se n'è andato, lo ha lasciato di nuovo da solo, gli ha mentito, si è lanciato dal tetto di un palazzo mentre lui lo guardava e, accidenti, pregava un dio in cui non credeva che non lo facesse. Da tre anni a questa parte, John Watson ha ripreso a zoppicare.
Da tre anni a questa parte, John Watson è solo, ferito, rassegnato e stanco.
Da tre anni a questa parte, John Watson è inutile e vuoto.
Eppure...
Gioia. Adesso è tornato. E, ripensandoci, cosa importa, ora come ora, di dov'è stato, di perché non lo ha avvisato, di che diavolo ha fatto?
A chi importa di come è sopravvissuto, di quanto lo ha fatto soffrire, di come gli è mancato, ora che è finalmente qui?
Perché si, maledizione, si. Gli è mancato da morire.

Mentre riflette, lo sguardo di John si posa sull'uomo che ha di fronte.
Magro, stanco, vede distintamente dei cerchi scuri intorno ai suoi occhi.
Ha conservato l'atteggiamento altezzoso, ma c'è qualcosa di nuovo. Lo percepisce nelle mani che si sfregano dietro la schiena, nel cipiglio preoccupato.
Ansia. Sherlock Holmes è in ansia e attende la sua risposta, per una volta non sicuro del verdetto finale.
E, attraverso quegli occhi chiari -quasi bianchi-, gli sembra di vedere le notti insonni spese per lavorare, pensare, trovare un modo per tornare a casa.
Per tornare da lui.

E la gioia, il dolore, la sorpresa, la rabbia, spariscono, per fare spazio ad un sentimento nuovo, unico : senso di completezza.
Appartenenza. Sherlock Holmes è tornato da lui. Sherlock Holmes è tornato per lui. John Watson è, semplicemente, felice.

Lo guarda ancora, sospira.
-Diamine, ma da quanto non mangi? Hai un aspetto orribile.- Riesce a sputare fuori, insieme ad un sorriso incerto.
Lo stesso sorriso che, dolcemente, vede comparire sul volto del detective.
-Non saprei, sono stato molto impegnato.- Dice Sherlock in un sospiro di sollievo.
Ancora una volta, John ha capito. John lo ha accettato. John lo ha accolto a casa.
-Andiamo, genio, ci sarà un ristorante aperto. Mi devi come minimo una cena.-
 L'altro annuisce, consapevole che non sia finita lì. Gli deve molto di più di una cena, delle spiegazioni, per esempio. Ma per quelle c'è tempo e lo sa. Hanno tutto il tempo del mondo, per ora vuole soltanto sedersi ad un tavolo e osservare l'amico parlare, vuole rispondere sbruffando alle sue affermazioni stupide.
Vuole che continuino ad essere Sherlock Holmes e John Watson.
Il dottore, dal canto suo, gli afferra la mano mentre escono dall'appartamento.
Al diavolo le persone, dicano quello che vogliono. Lo ha appena ritrovato, non lascerà che scappi ancora una volta, eh!
Sherlock resta un pò sorpreso da quel contatto, non essendo abituato. Ma non si tira indietro, lo trova tutt'altro che fastidioso.

E camminano così, per Baker street, uno al fianco dell'altro, scherzando tra di loro.
Due ombre fragili nella fredda sera di Londra, unite da un legame unico.
John Watson, con a destra Sherlock stretto nella sua mano e alla sua sinistra tre anni di sofferenza da superare.
Sherlock Holmes, con a sinistra il suo amico John e alla sua destra una mano stretta nel cappotto e tanto tempo da recuperare, riscrivere.

Ma sono insieme, adesso. E andrà tutto bene.

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